Quando Porsche ci ha mostrato per la prima volta il suo concetto di Spyder 918 due anni fa, tutti abbiamo lottato per credere a ciò che ci è stato detto. Qui c’era una nuova supercar da 200 miglia all’ora che avrebbe fatto il giro del temibile Nurburgring in meno di sette minuti, 22 secondi, ma poteva in media 94 mpg ed emettere un solo 70 g/km. Non solo sarebbe l’ibrido plug-in a petrolio più pulito al mondo, ma sarebbe anche una delle supercar più veloci mai create.
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Troppo bello per essere vero? Per scoprirlo, abbiamo controllato una struttura di prova Porsche nel sud Italia per trascorrere una giornata con la squadra incaricata di trasformare il concetto in una realtà.
È subito chiaro che sono state apportate alterazioni significative considerando che il 918 è stato rivelato. Per cominciare, c’è stato un ripensamento completo sui motori elettrici che agiscono sulle ruote anteriori. Invece di due, ora c’è un singolo motore da 80 kW che alimenta entrambe le ruote per mezzo di un cambio di trasferimento a velocità singola.
Un altro motore elettrico (classificato a 90kW) è inserito tra il V8 montato a metà e il cambio PDK a sette velocità (prelevato dal 911 Turbo, quindi girato di 180 gradi e capovolto). Questo gira alla stessa velocità del motore e funge anche da motore di avviamento.